venerdì 24 maggio 2013

Il castello e ……il drago (II sezione)

Il castello e ……il drago

Il castello si trova in Via delle Celidonie 19, ci
vivevano le principesse Aurora, Carlotta e Domitilla,
con il principe Cornelius, il cuoco ed il giullare.
Fuori dal castello c’era un drago con la lingua di
fuoco che fa fff…. e brucia tutto, anche gli alberi.
Le principesse vivevano felici nel castello, ma un
giorno arriva il drago che brucia il principe e rapisce
le principesse: le prende con la zampa e le porta nella
torre del castello. Le principesse gridano:” aiuto!!”
Arrivano quattro cavalieri: il cavaliere Rosso, il
cavaliere Giallo e il cavaliere Blu con a capo il
principe Flucco. I cavalieri mentre il drago dorme
liberano le principesse e lasciano la principessa
Chiacchierina per convincere il drago a non sputare
più il fuoco. Quando la principessa vede il drago gli
dice: “Bello!”. Poi lo accarezza e gli racconta la
fiaba di Biancaneve. Il drago è contento e dice alla
principessa “Vieni qua”con il dito e poi aggiunge:
“Grazie. E’ stata una cosa generosissima, nessuno mi
aveva mai raccontato un fiaba”. Da quel momento il
drago decide di lasciare andare la principessa e dinon sputare il fuoco addosso alle persone






mercoledì 24 aprile 2013

Castiglione della Pescaia (III sezione)

Castiglione della Pescaia


LETTURA D’IMMAGINE:
Matilde – vedo un castello con le finestre
Giulio – un castello con i merli
Riccardo – tanti alberi
Sara – le finestre
Lorenzo – vedo che c’è un bosco
Annalisa – un sacco di alberi
Alessandro – un castello con torri alte
Akram – finestre
Jessica – il castello
Francesco – un muro grosso del castello
Marua – vedo un castello
Carlotta – delle finestre e tanti alberi
 






sabato 20 aprile 2013

Castiglione della Pescaia (II sezione)

Castiglione della Pescaia
Il castello

Il Castello di Castiglione della Pescaia si trova sulla vetta del promontorio, nella parte più alta del centro storico medievale, che domina l'omonima località e un vasto tratto della costa maremmana.
 Il Castello di Castiglione della Pescaia è costituito da tre torri angolari coronate da merlature sommitali, la più massiccia delle quali è l'originaria Torre Pisana. Il corpo di fabbrica è collocato sul lato occidentale che guarda verso il mare, mentre sugli altri lati l'area del complesso è delimitata da cortine murarie che delimitano un cortile interno.
Un'altra cortina muraria, provvista di merli, ha inizio dalla torre sud-occidentale e delimita l'area attorno al lato meridionale del castello. Nei pressi della torre, si apre una porta ad arco che conduce ad una terrazza panoramica.


INTERVISTA
JASTIN: il castello aveva due torri

MATTHIAS: ho visto il castello alto

OLGA: c'erano le guardie

SELENE: i bambini hanno fatto la guerra per gioco

ALESSANDRA: anche io ho visto il castello grande

ALESSANDRO: siamo entrati nel castello passando da una porta

FEDERICO: la strada era lunga e in salita

FRANCESCO: la porta del castello era di pietra

GIACOMO: c'erano le strade dentro il castello

LORENZO: il muro era di ferro e dentro c'erano i cannoni

MASSIMO: il castello era grande e di pietra

SYRIA: le mura erano marroni

SOFIA: c'erano tanti fiori per la strada

ASIA: il castello era tutto grigio

ALICE: la strada era brutta piena di sassi

ISABELA: abbiamo visto come si apre la porta







sabato 23 marzo 2013

Il castello di Capalbio (II sezione)

Il castello di Capalbio

Il castello di Capalbio esiste dal XII secolo ed è citato in un privilegio del 1161 che Papa Alessandro III (il senese Rolando Bandinelli quello che lottò contro Federico I il Barbarossa ed i suoi 4 antipapi) a favore sempre dell'Abbazia delle Tre Fontane.
Furono gli Aldobrandeschi ad edificare la splendida la Rocca Aldobrandesca (visita a pagamento assolutamente da fare) che dall'alto domina Capalbio fino all'Argentario.
La prima cerchia di mura è ancora più antica e probabilmente con datatazione è appena dopo il 1000 d.C.
Capalbio ha anche una seconda cerchia di mura ... onde rendere il castello ed il borgo intero ancora più impenetrabile. Successivamente Capalbio passò agli Orsini prima e dal 1416 sotto la Repubblica di Siena per poi confluire dal 1554/1590 sotto il Granducato di Toscana.

Il giardino dei tarocchi (II sezione)

Il giardino dei tarocchi




Asia: mi é piaciuto il drago
Olga: il serpente era bello
Eleonora: mi é piaciuta la medusa
Selene:  a me il gatto Ricardo
Gaia: il serpente
Syria: il serpente era verde
Mattia: il cavaliere
Bianca: le meduse erano viola
Sonia: il serpente
Sofia: il serpente era nero
Guela: era tutto bello
Lorenzo: abbiamo visto i cavalieri col cavallo
Jastin: abbiamo visto il gatto Ricardo
Giacomo: l'acqua quando siamo arrivati e la ruota della fortuna
Massimo: il cavaliere col cavallo
Alessandro: la casa con tutti gli specchi dove si saliva in camera
Federico: c'era lo scheletro
Francesco: il cavaliere
Matthias: gli scheletri dietro il cancello di ferro
Alice: il cancello con gli scheletri


sabato 16 febbraio 2013

Il principe ranocchio (III sezione)

Il principe ranocchio



Il principe ranocchio

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c'era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto. Vicino al castello del re c'era un gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c'era una fontana: nelle ore più calde del giorno, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente; e quando si annoiava, prendeva una palla d'oro, la buttava in alto e la ripigliava; e questo era il suo gioco preferito.
Ora avvenne un giorno che la palla d'oro della principessa non ricadde nella manina ch'essa tendeva in alto, ma cadde a terra e rotolò proprio nell'acqua. La principessa la seguì con lo sguardo, ma la palla sparì, e la sorgente era profonda, profonda a perdita d'occhio. Allora la principessa cominciò a piangere, e pianse sempre più forte, e non si poteva proprio consolare.
E mentre così piangeva, qualcuno le gridò: - Che hai, principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi.
Ella si guardò intorno, per vedere donde venisse la voce, e vide un ranocchio, che sporgeva dall'acqua la grossa testa deforme. Ah, sei tu, vecchio sciaguattone! - disse, - piango per la mia palla d'oro, che m'è caduta nella fonte.- Chétati e non piangere, - rispose il ranocchio, - ci penso io; ma che cosa mi darai, se ti ripesco il tuo balocco?
- Quello che vuoi, caro ranocchio, - diss'ella, - i miei vestiti, le mie perle e i miei gioielli, magari la mia corona d'oro.
Il ranocchio rispose: - Le tue vesti, le perle e i gioielli e la tua corona d'oro io non li voglio: ma se mi vorrai bene, se potrò essere il tuo amico e compagno di giochi, seder con te alla tua tavolina, mangiare dal tuo piattino d'oro, bere dal tuo bicchierino, dormire nel tuo lettino: se mi prometti questo; mi tufferò e ti riporterò la palla d'oro.
- Ah sì, - diss'ella, - ti prometto tutto quel che vuoi, purché mi riporti la palla.
Ma pensava: « Cosa va blaterando questo stupido ranocchio, che sta nell'acqua a gracidare coi suoi simili, e non può essere il compagno di una creatura umana! »
Ottenuta la promessa, il ranocchio mise la testa sott'acqua, si tuffò e poco dopo tornò remigando alla superficie; aveva in bocca la palla e la buttò sull'erba. La principessa, piena di gioia aI vedere il suo bel giocattolo, lo prese e corse via.
- Aspetta, aspetta! - gridò il ranocchio: - prendimi con te, io non posso correre come fai tu.
Ma a che gli giovò gracidare con quanta fiato aveva in gola! La principessa non l'ascoltò, corse a casa e ben presto aveva dimenticata la povera bestia, che dovette rituffarsi nella sua fonte.
Il giorno dopo, quando si fu seduta a tavola col re e tutta la corte, mentre mangiava dal suo piattino d'oro - plitsch platsch, plitsch platsch - qualcosa salì balzelloni la scala di marmo, e quando fu in cima bussò alla porta e gridò: - Figlia di re, piccina, aprimi!
Ella corse a vedere chi c'era fuori, ma quando aprì si vide davanti il ranocchio.
Allora sbatacchiò precipitosamente la porta, e sedette di nuovo a tavola, piena di paura. Il re si accorse che le batteva forte il cuore, e disse: - Di che cosa hai paura, bimba mia? Davanti alla porta c'è forse un gigante che vuol rapirti?
- Ah no, - rispose ella, - non è un gigante, ma un brutto ranocchio.
- Che cosa vuole da te?
- Ah, babbo mio, ieri, mentre giocavo nel bosco vicino alla fonte, la mia palla d'oro cadde nell'acqua. E perché piangevo tanto, il ranocchio me l'ha ripescata; e perché ad ogni costo lo volle, gli promisi che sarebbe diventato il mio compagno; ma non avrei mai pensato che potesse uscire da quell'acqua. Adesso è fuori e vuol venire da me.
Intanto si udì bussare per la seconda volta e gridare:
- Figlia di re, piccina, aprimi!
Non sai più quel che ieri m'hai detto vicino alla fresca fonte? Figlia di re, piccina, aprimi!
Allora il re disse: - Quel che hai promesso, devi mantenerlo; va' dunque, e apri -.
Ella andò e aprì la porta; il ranocchio entrò e, sempre dietro a lei, saltellò fino alla sua sedia.
Lì si fermò e gridò: - Sollevami fino a te.
La principessa esitò, ma il re le ordinò di farlo. Appena fu sulla sedia, il ranocchio volle salire sul tavolo e quando fu sul tavolo disse: - Adesso avvicinami il tuo piattino d'oro, perché mangiamo insieme.
La principessa obbedì, ma si vedeva benissimo che lo faceva controvoglia.
Il ranocchio mangiò con appetito, ma a lei quasi ogni boccone rimaneva in gola. Infine egli disse: - Ho mangiato a sazietà e sono stanco; adesso portami nella tua cameretta e metti in ordine il tuo lettino di seta: andremo a dormire.
La principessa si mise a piangere: aveva paura del freddo ranocchio, che non osava toccare e che ora doveva dormire nel suo bel lettino pulito.
Ma il re andò in collera e disse: - Non devi disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno.
Allora ella prese la bestia con due dita, la portò di sopra e la mise in un angolo.
Ma quando fu a letto, il ranocchio venne saltelloni e disse: - Sono stanco, voglio dormir bene come te: tirami su, o lo dico a tuo padre.
Allora la principessa andò in collera, lo prese e lo gettò con tutte le sue forze contro la parete: - Adesso starai zitto, brutto ranocchio!
Ma quando cadde a terra, non era più un ranocchio: era un principe dai begli occhi ridenti.
Per volere del padre, egli era il suo caro compagno e sposo.
Le raccontò che era stato stregato da una cattiva maga e nessuno, all'infuori di lei, avrebbe potuto liberarlo. Il giorno dopo sarebbero andati insieme nel suo regno. Poi si addormentarono.
La mattina dopo, quando il sole li svegliò, arrivò una carrozza con otto cavalli bianchi, che avevano pennacchi bianchi sul capo e i finimenti d'oro; e dietro c'era il servo del giovane re, il fedele Enrico.
Il fedele Enrico si era così afflitto, quando il suo padrone era stato trasformato in ranocchio, che si era fatto mettere tre cerchi di ferro intorno al cuore, perché non gli scoppiasse dall'angoscia. Ma ora la carrozza doveva portare il giovane re nel suo regno; il fedele Enrico vi fece entrare i due giovani, salì dietro ed era pieno di gioia per la liberazione. Quando ebbero fatto un tratto di strada, il principe udì uno schianto, come se dietro a lui qualcosa si fosse rotto.
Allora si volse e gridò:- Rico, qui va in pezzi il cocchio!
- No, padrone, non è il cocchio,
bensì un cerchio del mio cuore,
ch'era immerso in gran dolore,
quando dentro alla fontana
tramutato foste in rana.




Il  principe ranocchio (filastrocca)

 Se  ti racconto del principe ranocchio
mi prometti che chiudi almeno un occhio?
Allora…viveva una volta in uno stagno
un rospo più grosso di un ragno.
Ma era un rospo che come lui non ce n’è più
era, pensa un po’, di sangue blu!
Era stato un principe ma per dispetto
una strega l’aveva trasformato in un rospetto.
Dice una fiaba che solo con un bacio
in principe potrà esser ritrasformato.
Dice un’altra che va sbattuto contro un muro
perchè l’incantesimo si spezzi di sicuro.
Tu che di fiabe ne ascolti una a sera
quale delle due ti pare la più vera?











Alfabetizzazione di inglese (II sezione)

Alfabetizzazione di inglese

giovedì 7 febbraio 2013

Ravviviamo le pareti del castello bianco

NEL  NOSTRO  CASTELLO  BIANCO  BISOGNA  RAVVIVARE LE PARETI CON TANTO COLORE 

ECCO  A   VOI   LA  TECNICA  DELL'ACQUERELLO



lo scopo di questi esercizi è quello di far fare ai bambiniesperienze guidate del colore, svincolato quanto più
possibile dall’elemento della forma.
Per questo si utilizzano acquarelli molto diluiti e si lavora sulfoglio di carta bagnato.
L’esperienza procede rispettando una data sequenza di
azioni, che porta il bambino ad affinare la sua sensibilità dipercezione del colore e ad acquisire attraverso la praticale nozioni di colori primari, complementari e secondari.Molto importante è non presentare ai bambini lavori giàfatti: vi accorgerete così che proprio chiedendo aibambini di rispettare una certa sequenza, verrà fuori lapersonalità di ognuno di loro, e non potranno essercidue pitture uguali, o due verdi uguali, o due marroni
uguali ecc…






La conclusione della lezione viene rimandata al giornosuccessivo, quando le pitture sono asciutte e vengono
esposte una accanto all’altra per essere osservate
insieme.
L’osservazione, parte inte
grante della lezionedi pittura, può inizialmente essere guidata, poi i bambinisaranno in grado di cogliere molti più particolari di quantonon sappiamo fare noi.
Si può ad esempio chiedere: "Secondo voi il giallo è più
chiaro (più caldo, più freddo, più luminoso, più felice,
ecc…) quando è grande o quando è piccolo? Quando èvicino al rosso o quando è vicino al blu?" ecc…E’ importante non solo che imparino ad osservare, ma
anche che imparino a descrivere i colori verbalmente.Via via si possono così introdurre i termini tecnicirelativi alla teoria dei colori e la nomenclaturaappropriata.
E’ un lavoro che può cominciare nella scuola d’infanzia, e
proseguire in tutti gli anni successivi.Parallelamente, è chiaro, i bambini sperimenterannoanche tutte
le altre tecniche (tempera, acrilici, ecc…),
con scopi diversi.

Carnevale 2013

Ed eccoci al consueto appuntamento con la festa di carnevale. Pubblichiamo di seguito un breve filmato ricco di gioia e divertimento, esattamente le sensazioni che noi tutti, adulti e bambini, abbiamo condiviso oggi. Si ringraziano i genitori per le generose leccornie che hanno reso il buffet di oggi ipercalorico e golosissimo. GRAZIE!!!

domenica 13 gennaio 2013

La settimana di Fata Stefella (II sezione)

La settimana di Fata Stefella

Sette colori per Fata Stefella
che ogni mattina vuole esser più bella
quando si reca nel regno fatato
dove ogni fiaba ha un posto assegnato.
 Lunedì si veste di giallo
per accompagnare Cenerentola al ballo.

Martedì   preferisce il verde
e nel Bel Paese con Alice si perde.
Mercoledì, è tutta arancione,
quando incontra i Porcellini in riunione.
Giovedì, lo sai anche tu,
per Biancaneve si veste di blu.
Venerdì, col vestito tutto rosa,
fa visita alla Bella Addormentata che riposa.
Sabato, si veste di viola per Pinocchio
e strizza l'occhio ad un simpatico Ranocchio.
Domenica, per andare nel bosco dalla nonna,
come il Cappuccetto è rossa la sua gonna